Il 7 ottobre c'è stato un genocidio che ha colpito una nazione giovane che ha sempre visto il passato sterminio a mano nazista come un qualcosa che non si sarebbe mai più ripetuto.
Questa caduta di certezze e di sicurezza sta lasciando delle conseguenze psicologiche molto gravi, ma Israele è avvezzo alle grandi sfide in ogni campo dello scibile e anche questa verrà vinta.
Tante sono le strategie che sono state messe a punto in Israele per contrastare gli effetti nefasti degli infanticidi, stupri di massa, omicidi, mutilazioni.
La gente traumatizzata che ha visto morire parenti e amici e che ogni giorno vede sparire la sua migliore gioventù trova nello Stato, ma anche nelle associazioni private, un importante aiuto per superare questa tragedia. Il popolo ebraico nel bisogno è solidale e non si lascia nessuno alle spalle.
Oggi in Israele siamo di fronte al fenomeno del “burn out” e la strategia per affrontarlo richiede un ventaglio di specialisti che sappiano affrontare le problematiche fisiche e psichiche che si sono prodotte. Su questo il sistema sanitario israeliano, definito dall' OMS il migliore al mondo, può giocare la sua parte.
Storie di resilienza e guarigione stanno avvenendo presso il Ra'anan Safe Space, una partnership tra l'organizzazione umanitaria israeliana SmartAID e il centro di psicologia positiva e team building Ra'anan BaShetach.
Situato nel villaggio di Beit Yitzhak, 20 minuti a nord di Tel Aviv, Ra’anan Safe Space è un complesso di natura terapeutica emerso dopo i massacri e i rapimenti di Hamas del 7 ottobre nelle comunità di confine di Gaza, nel sud-ovest di Israele.
Con l'aiuto dei volontari, questo spazio sicuro offre supporto psicologico e trattamenti medici alternativi/complementari ai sopravvissuti al festival musicale Supernova; famiglie in lutto per la perdita dei propri cari; primi soccorritori e fornitori di servizi in prima linea e persone che affrontano direttamente i feriti, i morti e la dura realtà del trauma delle donne stuprate, dei bambini torturati e della guerra in genere.
Nei primi tre giorni di attività il centro stava già curando molte persone.
“Nella prima fase la nostra attenzione si concentra sul supporto immediato alla crisi psicologica, mentre nella seconda si sposta sulla formazione della resilienza a lungo termine per aiutare i sopravvissuti e i primi soccorritori ad affrontare il loro trauma in un approccio più olistico che affronta la mente, il corpo e l’anima con supporto psicologico e psichiatrico”,
ha affermato il direttore fondatore di SmartAID Shachar Zahavi.
“Stiamo coordinando i nostri sforzi con i reparti psichiatrici di diversi ospedali e con il Ministero della Salute. Non è una “toppa”; è una terapia a lungo termine”.
SmartAID normalmente è orientato a portare supporto tecnologico nelle aree disastrate in tutto il mondo, oltre a distribuire aiuti umanitari alle comunità ebraiche e non ebraiche negli Stati Uniti, in Australia e in Europa.
Durante la guerra tra Israele e Hamas, ha integrato anche la tecnologia nella sua risposta, ad esempio creando centri di apprendimento online per i bambini evacuati dalle loro case nel sud e nel nord di Israele.
I nazisti di Hamas forse credevano di fiaccare il popolo d’Israele ma hanno fatto male i loro calcoli.
Lo Stato con le sue infrastrutture, con le sue tecnologie d’avanguardia, con la sua purtroppo abitudine al lutto sa come muoversi e sa dare il meglio alla sua popolazione.
Luciano Bassani
Comments