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SE LA TUA DIETA È VEGANA, FAI ATTENZIONE ALLE OSSA!

Oggi la moda del veganesimo si è fatta strada soprattutto nella popolazione più giovane, che associa quest'abitudine alimentare all’onda verde che una certa classe politica cerca di imporci. Ma la domanda che ci si deve porre è se questa abitudine alimentare sia poi così consona agli esseri umani che non nascono vegetariani ma onnivori.

Mucca di verdure

Un recente studio nel Regno Unito ha messo a confronto il rischio di fratture dell'anca tra le persone con dieta carnivora, pescetariani e vegetariani. I risultati dello studio hanno mostrato che sia gli uomini che le donne che seguivano una dieta vegetariana erano a maggiore rischio di fratture dell'anca. Ciò era in parte correlato all'indice di massa corporea (BMI), ovvero il rapporto tra peso e altezza del paziente, che risultava inferiore tra i partecipanti che seguivano una dieta vegetariana rispetto a quello degli altri partecipanti.


In che modo le abitudini alimentari aumentano il rischio di frattura dell'anca?


Anca

In uno studio prospettico di coorte ( studio osservazionale che segue un gruppo di pazienti per un tempo prefissato) su oltre 400.000 partecipanti i ricercatori hanno utilizzato i dati della Biobanca del Regno Unito, che comprende individui provenienti da Inghilterra, Scozia e Galles di età compresa tra 40 e 69 anni.

I ricercatori hanno esaminato il rischio di fratture dell’anca seguendo i partecipanti in media per dodici anni e mezzo escludendo i partecipanti in base a criteri specifici, per esempio se avevano una precedente frattura dell'anca o una storia di osteoporosi. I ricercatori hanno così dimostrato che i livelli di macronutrienti (proteine) e micronutrienti (vitamina D, calcio e vitamina B12, zinco) sono più bassi nei vegani che negli onnivori, suggerendo che la loro carenza potesse inficiare la salute delle ossa. Secondo questo studio, tra i partecipanti che seguivano una dieta vegana, ci sono stati quasi 20 casi in più di fratture ogni 1.000 persone. Ulteriori studi hanno riportato un aumento della fragilità ossea nei vegetariani e vegani, per ridotta densità minerale al collo femorale e alle vertebre lombari e questo a causa dell’ insufficiente introito di calcio e vitamina D che rallenta la formazione dell’osso, compromettendo così la salute scheletrica. Una dieta che elimina totalmente la carne e tutti gli alimenti animali può provocare danni all’organismo a causa della carenza di nutrienti fondamentali, tra cui vitamine B12, B2, D, niacina, ferro, iodio, zinco, proteine di alta qualità, omega-3 e calcio, presenti quasi esclusivamente in carne e alimenti di origine animale. Particolarmente critica è la carenza di vitamina B12 nei vegani che è stata collegata di recente a problemi neurologici ed ematologici. Le diete vegane e vegetariane spesso provocano carenze di minerali per l’alto contenuto in fitati, che interferiscono con l’assorbimento dei minerali essenziali compreso il calcio, lo zinco, il ferro, lo iodio ed il magnesio. La carenza di ferro in gravidanza aumenta il rischio di parti prematuri, basso peso alla nascita e sviluppo cerebrale compromesso del bambino. La carenza di zinco è associata a depressione, dermatite, diarrea e alopecia, disturbi molto comuni proprio tra i vegani. Lo iodio è un elemento vitale nell’alimentazione umana, è fondamentale per la formazione degli ormoni tiroidei e una sua deficienza aumenta il rischio di compromissione dello sviluppo mentale durante l’infanzia .Uno studio riporta che l’80% dei vegani e il 25% dei vegetariani hanno una carenza di iodio e di conseguenza ipotiroidismo. Un' analisi di tutti gli studi compiuti fino ad oggi ha concluso che i vegani assumono significativamente meno proteine, meno aminoacidi essenziali e meno taurina, che li può predisporre a una miriade di problemi di salute. Per tutti questi motivi il veganesimo prolungato aumenta il rischio di fratture ossee, carenza di massa muscolare, anemia, depressione e ansia, con disfunzione dei sistemi neurologici, psicologici, muscolo-scheletrici, ematologici, immunologici fino a disturbi neuro-cognitivi e compromissione immunitaria.


Integratori

Per chi comunque vuole seguire una dieta senza prodotti animali deve inserire nella dieta cibi fortificati e supplementi protettivi per le ossa e sistema cardiovascolare, quali potassio, magnesio, fitocomplessi ad azione anti-infiammatoria e un anti-ossidante come il glutatione, amminoacidi essenziali, vitamina D3, vitamina K2. In particolare, alcuni ortaggi come i broccoli, le cipolle, gli agrumi e le prugne hanno un significativo effetto benefico sul metabolismo osseo. Insieme all’alimentazione, altri componenti dello stile di vita, come il mantenimento di un peso corporeo adeguato, l’astensione dal tabacco e una moderata attività aerobica si sommano all’azione preventiva dell’osteoporosi.


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