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I MEDICI D'EMERGENZA CHE SALVANO VITE IN ISRAELE


La migliore gioventù  rappresentata dai soldati di leva e dai riservisti dello Stato di Israele è da oltre tre mesi impegnata in una guerra di sopravvivenza considerata un “dovere” dopo il massacro del 7 ottobre per opera di Hamas , Hezbollah  e Jihad islamica.
Army boots
Lo Stato di Israele è da oltre tre mesi imepgnata in una guerra

Ogni  giorno, dice Angela Polacco, storica guida turistica in Israele, si piangono le ragazze e i ragazzi che muoiono in battaglia, vite spezzate, sogni e speranze infrante, giovani in gamba proiettati nel futuro fermati per sempre nel viaggio della loro vita. Alla televisione israeliana, poco in quelle fuori da Israele, continua Angela Polacco , ogni giorno vengono trasmesse interviste e ricordi di questi giovani per mantenerne viva la memoria. Vengono nominate anche le vittime di quel drammatico 7 ottobre: civili rapiti e uccisi i cui cadaveri straziati sono anch’essi tenuti in ostaggio dai terroristi a Gaza in spregio alla più elementari regole di umanità. Ogni giorno sono anche trasmesse le tristi statistiche di questo duro conflitto e purtroppo anche la straziante conta dei morti. La percentuale di mortalità per gli israeliani in questa guerra è del 6.7% , la più bassa registrata in tutte le guerre in cui l’ esercito è stato coinvolto, senza dubbio, la minore tra tutti gli altri conflitti in corso nel mondo. Comunque dolorosissima.


Pochi sanno però che in questa guerra dentro la Striscia di Gaza sono arruolati oltre 5000 medici, ogni unità combattente ha a disposizione un team medico e paramedico che nel giro di qualche secondo, dopo uno scontro con feriti, interviene tempestivamente fornendo presidi medico/chirurgici all’avanguardia e forniture di sangue di gruppi anche rari per immediate trasfusioni. Tutti  sanno che queste pratiche salvavita abbassano drasticamente il tasso di mortalità. Maghen David Adom, consorella in Israele della Croce Rossa-Mezzaluna Rossa in seno alla Croce Rossa Internazionale, é una delle organizzazioni sanitarie di emergenza/urgenza migliori al mondo, da sempre attiva sia in Israele che nei paesi bisognosi colpiti da terremoti (Turchia, Nepal) o da altri disastri naturali (Haiti, Indonesia, Giappone). Maghen David Adom ha sempre onorato i principi della Croce Rossa Internazionale e ora assiste incredula al totale disinteresse della propria “casa madre” per la salute e le condizioni degli ostaggi civili di Hamas.Il popolo ebraico trema all’idea che si possano ripetere le ben note e documentate gravi negligenze   della Croce Rossa durante la seconda guerra mondiale dopo le visite ai campi di sterminio di Auschwitz o quello di concentramento di Terezin.Oggi, grazie a Maghen David Adom, nel giro di pochi minuti i feriti, anche gravissimi e nel mezzo degli scontri a fuoco, sono elitrasportati nei reparti di medicina d’urgenza dei vari ospedali in Israele, che via video e radio vengono immediatamente allestiti per gli interventi chirurgici. Purtroppo la situazione di conflitto continuo (guerre e soprattutto terrorismo) rende Israele paese all’avanguardia nella medicina d’emergenza e questa eccellenza viene condivisa con tutto il mondo tramite seminari, corsi e lezioni universitarie tenute sia in Israele che nel mondo compreso il nostro paese.Fino a quando, anche da parte dei palestinesi, il rispetto per la vita non prevarrà sulla logica dell’odio e della morte, questa situazione  di progresso sanitario continuerà a essere imprescindibile.

Diceva Golda Meir: “la pace arriverà quando gli arabi ameranno di più i loro bambini di quanto odino noi”.

Credo che mai come in questi anni di guerre e attentati le figure sanitarie in Israele hanno dato prova di essere in grado di salvare sempre più vite anche al costo di perdere la propria. Solo dal 7 Ottobre sono caduti nell’esercizio del proprio dovere 16 tra medici e paramedici di MDA. E’ nostro dovere inchinarci davanti all’eroismo di questi ragazzi sottoposti a uno stress fisico e psicologico inauditi. Sempre ligi ai 7 principi  fondanti della Croce Rossa Internazionale e con una dose doppia di umanità, essi rappresentano tutto quello che lega noi medici al giuramento prestato prima d’intraprendere la nostra missione.


Luciano Cesare Bassani - Fisiatra


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