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Artrosi Cervicale: Mito o Realtà?

La spondiloartrosi cervicale è una patologia a carico del rachide cervicale con un tipico quadro radiologico caratterizzato da una degenerazione ossea e dei tessuti molli.

In particolare sono presenti osteofiti, discopatie, condropatie, calcificazioni, riduzione delle rime interfaccettali , inversione o rettilineizzazione del rachide etc

Se poi il soggetto viene sottoposto ad una Risonanza Magnetica oltre al quadro radiologico descritto si possono evidenziare delle sofferenze discali che si configurano come protrusioni o franche ernie discali.

I soggetti cervicalgici che si presentano in visita presso uno specialista fisiatra in genere sono di tre tipi:

1)Soggetti giovani di entrambi i sessi con prevalenza di sesso femminile con un habitus ansioso depressivo,

2)Soggetti anziani

3)Soggetti reduci da traumi stradali o sportivi.

SOGGETTI GIOVANI

L’approccio con questi soggetti è quello più complesso perché ci troviamo spesso di fronte ad una sindrome a genesi multifattoriale con una risultante miotensiva che le accomuna.

Questi soggetti in genere peregrinano da molteplici specialisti lamentando dolorabilità cervicale associata a cefalea e/o emicrania, vertigini, nausea , gastralgia , colon irritabile e depressione.

Questi soggetti che si presentano alla nostra consultazione arrivano in genere con un ampio corredo di esami strumentali vedi lastre, ecografie, risonanze magnetiche o TAC che i precedenti specialisti hanno richiesto spesso in modo acritico e senza un quesito clinico preciso perché , pur consci che da questi esami difficilmente avranno delle risposte, pur di emettere un responso, si attaccheranno a un risultato che esprimerà un’obbiettività anatomo patologica che non necessariamente sarà correlata con la clinica. Con questo, pur non negando talora e in rari casi l’utilità di questi esami, andranno comunque considerati come conferme diagnostiche e non come mezzi di diagnosi tout cour.

A questi soggetti si dovrà prima di tutto spiegare che è solo una buona esposizione anamnestica che potrà aiutare a dipanare dei quadri spesso complessi.

Il rachide cervicale è una struttura anatomica dinamica caratterizzata dall’incolonnamento di vari segmenti definiti mobili, soggetta alle leggi della tensegrità cioè l’equilibrio tra tensioni e compressioni.

Se questa struttura plurisegmentaria è sottoposta a degli squilibri tensionali si verranno a creare delle trazioni, torsioni, sforbiciamenti sulle articolazioni e sui dischi che andranno incontro a fenomeni degenerativi precoci come discopatie, protrusioni, ernie discali.

Ma la domanda da porsi, e che difficilmente viene posta, è : perché questo accade?

Le risposte naturalmente possono essere molteplici ma certamente la principale è che in questi soggetti esistono degli squilibri recettoriali periferici a partenza da occhi, piedi, cicatrici, apparato stomatognatico e microgalvanismi che possono essere responsabili di queste forme definite talora in modo superficiale “ fibromialgiche”.

E’ possibile che naturalmente a questi fattori si aggiungano altri elementi di base come uno stato ansioso- depressivo, delle malposizioni lavorative o uno squilibrio nutrizionale.

Questi soggetti andranno quindi sottoposti ad un buon riequilibrio posturale secondo la metodica della RPG , ad una back school e ad un riequilibrio metabolico.

Da sottolineare la grande importanza del recettore occlusale in questi soggetti ansiosi spesso serratori che andrà valutato mediante dei test chinesiologici e con elettromiografia di superficie a cui spesso conseguirà il confezionamento di un “bite”

Solo successivamente si potrà intraprendere un trattamento rieducativo, neuro rigenerativo con neuro-proloterapia e neuro-riflesso con neuro-auricoloterapia. Utile in molti casi l’affiancamento di una efficace terapia osteopatica

SOGGETTI ANZIANI

L’approccio sull’anziano che lamenta una cervicalgia cronica spesso non è dissimile da quello del giovane perché anche in questo esistono degli importanti squilibri posturali da alterazione recettoriale oltre a delle cattive e inveterate posture lavorative.

In questi soggetti naturalmente grande spazio potrà avere un trattamento miotensivo associato a laser diodico supepulsato, scenarterapia e neuroproloterapia.

SOGGETTI REDUCI DA TRAUMI SPORTIVI O STRADALI

L’intervento terapeutico su questi soggetti cervicalgici in genere si compone di due fasi: 1) acuta e 2) cronica

La prima fase acuta avrà una funzione più prettamente antalgica dove dopo una breve immobilizzazione si passerà a un trattamento farmacologico associato a trattamenti strumentali come laser diodico superpulsato, tecarterapia, scenarterapia, neuro-auricoloterapia

La seconda fase subacuta e cronica andrà affrontata con rieducazione funzionale, massoterapia,ed eventualmente in caso di distensione fascio-legamentosa proloterapia.

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