Negli ultimi anni sono nate moltissime terapie fisiche che si possono utilizzare in campo medico, riabilitativo e nella prevenzione. Oggi proveremo a capire meglio cosa sia la Tecar®, il suo funzionamento, i campi di applicazione e le controindicazioni.
La Tecar (Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo), è un trattamento elettromedicale che si diffonde in Italia alla fine degli anni ’80 , dapprima in ambito sportivo, per poi svilupparsi velocemente anche nei centri di fisioterapia. Questa metodica, spiega l’ing. Stefano Rovelli, esperto in apparecchi elettromedicali, si basa sul principio secondo il quale il segnale elettromagnetico (ovvero il segnale radio a media frequenza compresa tra 300KHz e 1KHz) non si propaga nello spazio bensì si trasferisce ai tessuti sottostanti per contatto diretto, agendo dall’interno, senza dispersione di calore. È proprio questa l’innovazione, a differenza di altri presidi medici, che rende possibile l’interessamento degli strati profondi, non trattabili con trasferimenti esterni di energia che, per arrivare alla stessa profondità, causerebbe danni alla cute per colpa dalle energie emesse. Dal punto di vista biologico, si ha uno spostamento di cariche elettriche site nell’organismo definite elettroliti che sono in grado di influenzare il metabolismo cellulare determinando una richiesta di maggior ossigeno e nutrimento e quindi un incremento dell’apporto di sangue in un determinato distretto. Stimolando l’energia all’interno dei tessuti biologici, si possono riscontrare diversi effetti dopo l’applicazione della Tecar, spiega la terapista Dott.ssa Brunetta Bonissone: una significativa azione analgesica e antinfiammatoria, un’azione drenante a livello tissutale, una forte stimolazione funzionale a livello circolatorio periferico, un rapido recupero di equilibrio, tono e forza muscolare, una rapida ripresa della mobilità attiva del distretto interessato e trattato. Si può facilmente comprendere che sono molteplici le indicazioni per l’utilizzo di questo macchinario quali:
distorsioni, lesioni tendinee, tendiniti, tendinosi, esiti di traumi ossei e legamentosi, distrazioni osteoarticolari, artralgie croniche, capsulite adesiva, condropatie, artrosi, sciatalgie e nevriti;
in campo sportivo viene utilizzata per la prevenzione e il trattamento di traumatismi non chirurgici come strappi, contratture e molte altre condizioni.
In base a quale struttura si vuole trattare si hanno due modalità di applicazione: la capacitiva che agisce principalmente sui muscoli, tendini, legamenti, sistema vascolare e linfatico e quella resistiva, associabile a contrazione muscolare attiva da parte del paziente, che viene utilizzata per trattare tessuti a maggiore resistenza come ossa, cartilagini, grossi tendini e aponeurosi.Il trattamento risulta molto mirato e specifico per la patologia interessata, e l'operatore può personalizzare la terapia in base alle esigenze del paziente.Durante una seduta di Tecarterapia il paziente non sentirà alcun dolore e fastidio, anzi avrà modo di rilassarsi in quanto, soprattutto con la modalità capacitiva, verrà applicato tramite un manipolo un movimento circolare nella zona da trattare e nella parte sottostante ad essa verrà posizionata una piastra per creare il calore endogeno.La tecarterapia viene solitamente prescritta dal fisiatra, dall’ortopedico o da un medico dopo un’accurata valutazione della problematica ed eventuali controindicazioni presenti quali pacemaker, gravidanza, neoplasie, stimolatori neurologici o antalgici e problematiche vascolari in cui è controindicato il calore.
Luciano Bassani - Fisiatra in Milano
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