La sciatalgia non è sempre l'espressione della compressione di radici nervose del nervo sciatico dovuta ad ernia discale lombare. Il nervo, lungo il suo decorso all’interno della natica, può essere compresso o stirato a causa di patologie dei tessuti circostanti quali muscoli, tendini o legamenti.
Fra questi, il più frequente è il muscolo piriforme che svolge un’importante funzione di stabilizzazione, abduzione ed extra-rotazione dell’anca. Per tale motivo questa condizione viene ancora oggi definita “sindrome del piriforme".
In realtà sono spesso coinvolti i tendini degli altri muscoli che agiscono sull'anca chiamati extrarotatori dell’anca che, insieme ai muscoli glutei e ai legamenti sacro-spinoso e sacro-tuberoso, partecipano al sincronismo che consente i movimenti dell’anca e del bacino. Raramente la compressione può essere esercitata da cisti o neoformazioni, come lipomi, presenti lungo il decorso del nervo. A volte, la condizione può insorgere a seguito di un trauma acuto, come una caduta sulla natica, con formazione di un ematoma, oppure manifestarsi gradualmente, per sovrautilizzo funzionale prolungato, tipico di attività sportive con notevole impegno dei muscoli e legamenti del bacino.
In tutti questi casi la sintomatologia viene spesso definita “pseudo-sciatica” in quanto i sintomi sono simili alla sciatalgia da ernia discale: dolori alla natica e lungo la faccia posteriore dell’arto inferiore, spesso accompagnati da formicolii e riduzione della sensibilità. I sintomi si manifestano però maggiormente nella stazione seduta (sciatica da portafoglio), per compressione diretta della regione glutea, oppure in quella eretta, per attivazione dei muscoli interessati. La diagnosi è prevalentemente clinica, avvalendosi di una accurata anamnesi e di alcuni test specifici che consentono di escludere altre patologie, in particolare compressioni delle radici nervose dovute ad ernie discali. Esami come radiografie, risonanze magnetiche, elettromiografie, spesso non sono dirimenti. Più utile può risultare un'ecografia, eseguita da mani esperte, che abbiano confidenza nel riconoscere il nervo sciatico e studiarlo con manovre dinamiche lungo tutto il suo percorso. La visita specialistica deve perciò essere preliminare all’esecuzione degli esami radiologici, affinché al radiologo venga posto il quesito specifico relativo a questa sindrome. La cura di questa patologia non è semplice e richiede trattamenti spesso prolungati. Essa si avvale innanzitutto del riposo funzionale, con limitazione delle attività sportive. Occorre programmare un' attività di stretching dei muscoli e legamenti coinvolti. Terapie fisiche possono favorire un maggiore afflusso vascolare all’area interessata o ridurre l’infiammazione neurogena. Secondo il dott. Francesco Perrini, medico specialista in Ortopedia, le infiltrazioni cortisoniche non sono raccomandabili, in quanto raramente rimuovono il dolore e spesso accelerano i processi degenerativi di tendini e legamenti coinvolti.
Molto più efficace risulta la proloterapia, eseguita con o senza guida ecografica, in base all’esperienza dello specialista. Si tratta di una terapia infiltrativa che con stimolazioni selettive delle strutture coinvolte, produce su di esse un effetto rigenerativo, con benefici duraturi, anche per allentamento della compressione sul nervo sciatico. Quale ultima risorsa esiste la possibilità di ricorrere ad interventi chirurgici di decompressione del nervo sciatico, spesso eseguiti con tecnica endoscopica. Il dott. Perrini raccomanda però molta prudenza nella scelta di sottoporsi a questi interventi, poiché i dati scientifici sui benefici,al momento, non sono ancora certi, mentre sono numerosi i possibili rischi di complicanze
post-operatorie, anche a carico dello stesso nervo sciatico, a causa della difficoltà della tecnica chirurgica che deve venire eseguita da mani molto esperte.
Luciano Bassani - Fisiatra in Milano